La transizione energetica fa bene anche all’economia: con una vera svolta green il Pil crescerà del 2,2% | LA NOTIZIA

La transizione energetica fa bene anche all’economia: con una vera svolta green il Pil crescerà del 2,2%

La transizione energetica può far aumentare l’occupazione e il Pil, con una crescita maggiore fino al 2,2% da qui al 2050. Un’accelerazione della transizione green, attuando sin da subito politiche per stimolare gli investimenti e l’innovazione, darebbe all’Italia la possibilità di costruire un futuro sostenibile con effetti positivi sull’ambiente, ma anche sulla società e l’economia. 

Il rapporto di primavera dell’Asvis sugli scenari dell’Italia al 2050 sottolinea come la spinta alla transizione può far crescere il Pil del 2,2% in poco più di 25 anni, riducendo inoltre significativamente il debito pubblico.

La transizione energetica come spinta della crescita

Al contrario, si sottolinea nel report, tardare con la transizione e rimandarla a dopo il 2030 “peserebbe sui sistemi produttivi e finanziari, aumentando le disuguaglianze”. E le conseguenze, ovviamente, sarebbero soprattutto ambientali: “L’inazione porterebbe alla catastrofe: nel 2050 le temperature in Italia aumenterebbero di oltre 3 gradi e il Pil crollerebbe del 30%”.

Per il futuro dell’Italia vengono analizzati quattro scenari, dal più auspicabile (la Net zero trasnformation) a quello insoddisfacente (Business as usual), arrivando a uno scenario catastrofico derivante dall’inazione. Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Asvis, “l’Italia deve cogliere la transizione energetica come occasione per fare innovazione a tutto campo. Chi vuole rinviare la transizione in nome dei costi da subire nei prossimi anni per realizzarla successivamente, in realtà punta a scaricare sui più deboli e sulle generazioni future i danni dell’inazione”.

Per Giovannini “oggi le politiche nazionali in materia energetica, climatica, sociale e istituzionale appaiono incerte e contraddittorie. Le proposte dell’Asvis consentirebbero all’Italia di aumentare il reddito e la competitività, ridurre la povertà e le disuguaglianze, migliorare la qualità dell’ambiente, coinvolgere le nuove generazioni nella vita politica del Paese”.

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