La beffa del cuneo fiscale: gli stipendi degli italiani affossati dalle tasse

Gli italiani pagano più tasse sul lavoro. Con una crescita da record nel 2024, nonostante la narrazione di un governo che non fa altro che vantarsi di aver tagliato il cuneo fiscale. Eppure le cose non sembrano stare così. O, almeno, non quanto dice il governo. A dimostrarlo è il rapporto Taxing wages dell’Ocse: lo scorso anno in Italia il cuneo fiscale per un lavoratore

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L’Ungheria di Orbán esce dalla Corte penale internazionale. Gelo di Bruxelles su Budapest

Un altro passo della illiberale Ungheria di Victor Orbán fuori dal perimetro dell’Unione Europea. Ieri infatti il Parlamento di Budapest ha votato a favore del ritiro del Paese dalla Corte penale internazionale (Cpi). “Con questa decisione ci rifiutiamo di far parte di un’istituzione politicizzata che ha perso la sua imparzialità e credibilità”, ha annunciato sui social…

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Giustizia, il presidente del Tribunale di Palermo Morosini accusa: “Le riforme del governo depotenziano la lotta a mafia e corruzione”. E lancia l’allarme anche sulla separazione delle carriere

“Le riforme del governo in tema di giustizia preoccupano” perché depotenziano la lotta “a mafia e corruzione”. È l’allarme scandito ieri con grande chiarezza da Piergiorgio Morosini, presidente del Tribunale di Palermo, durante l’Assemblea nazionale contro mafia e corruzione della Cgil nazionale “Per essere liberi dalle mafie votiamo per i diritti” che si è…

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Tajani, il fantasma che cerca gloria a Valencia con la vicepresidenza del Ppe

Il Congresso del Partito Popolare Europeo a Valencia si apre con il fragore dei blackout e le accuse per le alluvioni gestite male. A sfilare tra i corridoi, Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, candidato alla riconferma come vicepresidente del PPE, figura che in Europa resiste per anzianità e relazioni, ma che in patria scompare tra le ombre della politica quotidiana.

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Sondaggi elettorali, Fratelli d’Italia sopra il 30%: il partito di Meloni torna a crescere e la Lega scavalca Fi

Le ultime due settimane non hanno rivoluzionato più di tanto lo scenario politico

Le ultime due settimane non hanno rivoluzionato più di tanto lo scenario politico, almeno stando ai sondaggi. Complice l’attenzione – non solo mediatica – spostata in gran parte sulla morte di Papa Francesco e sul prossimo conclave, non variano più di tanto le posizioni dei partiti nell’ultima rilevazione di Swg per il TgLa7, che arriva a due settimane di distanza…

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“Nell’ultima legge di Bilancio nessun investimento per la sicurezza, ora fatti concreti e immediati”. Parla il segretario Uil, Bombardieri

Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil, andiamo verso un Primo Maggio fatto di tre piazze italiane dove si celebrerà a livello unitario la Festa del Lavoro. Lei sarà in quella di Montemurlo. Quattro anni fa, la “tragedia di Montemurlo” che ha visto perdere la vita Luana D’Orazio, operaia tessile di 22 anni. Cosa rappresenta oggi quella piazza?
“Abbiamo scelto quella

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Una strage senza fine: nel 2024 i morti sul lavoro sono stati 1090. E nel 2025 già 101 vittime, l’ultima ieri, in una cava di Massa

L’ultima vittima del lavoro si chiamava Paolo Lambruschi, aveva 59 anni e faceva il camionista. Ha perso la vita ieri per un incidente nella cava di marmo di Miseglia a Carrara. Paolo è morto la mattina della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Un tragico paradosso. Ma non così inaspettato, se si leggono i numeri della strage  quotidiana: nel 2024 i…

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Due Meloni e due misure, dalle accuse a Renzi all’abbraccio a bin Salman

Mentre a Milano e Torino si aprono i forum congiunti tra imprenditori italiani e una delegazione saudita di cento rappresentanti di ministeri, agenzie governative e aziende private, il governo italiano si prepara ad accogliere con tutti gli onori i partner di Riad. È la più grande delegazione imprenditoriale saudita mai arrivata in Italia, impegnata a esplorare sinergie su energia sostenibile, trasformazione industriale, innovazione tecnologica e città intelligenti. Kamel Al-Munajjid, presidente del Consiglio imprenditoriale saudita-italiano, ha dichiarato che l’Italia è il partner naturale per accompagnare il Regno nel percorso della Vision 2030. Un messaggio che arriva mentre, nello Yemen, gli Stati Uniti intensificano i bombardamenti contro i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran e in guerra dal 2015 contro la coalizione guidata proprio dall’Arabia Saudita. Un conflitto in cui, secondo le Nazioni Unite, è in corso la peggiore catastrofe umanitaria del pianeta.

Le armi italiane e l’ombra della legge 185/90

Eppure l’Italia non solo partecipa al rilancio delle relazioni economiche con Riad, ma torna a vendere armi alla monarchia saudita. La sospensione delle forniture di bombe e missili decisa nel 2021 è stata superata dal governo Meloni, che oggi lavora per modificare la legge 185/90, riducendo la trasparenza su destinazioni e tipologie di armamenti esportati. Una riforma che, secondo le organizzazioni per i diritti umani, rischia di rendere invisibili forniture verso Paesi come l’Arabia Saudita, accusata di crimini di guerra in Yemen. Le bombe italiane sono già state ritrovate sui luoghi dei bombardamenti sauditi. E la firma di un partenariato strategico con Riad, che include anche la cooperazione nel settore della difesa, rende evidente che le forniture militari non sono solo riprese, ma che il governo punta a rafforzarle.

Il boom economico che giustifica tutto

La diplomazia armata si muove insieme a quella commerciale. Nel 2024 le esportazioni italiane verso l’Arabia Saudita hanno raggiunto 6,2 miliardi di euro, con un balzo del 27,9%. Un boom che non è casuale: il “Sistema Italia” è mobilitato per sostenere le imprese italiane nella corsa agli investimenti sauditi. I settori sono quelli trainati dalla Vision 2030: energia, infrastrutture, difesa, manifattura avanzata. La retorica ufficiale insiste su partnership “strategiche e sostenibili”, ma il quadro etico resta invariato: a beneficiare della corsa agli affari è un regime che reprime il dissenso, condanna attivisti per un tweet, applica la pena di morte su larga scala e guida una guerra che ha devastato lo Yemen.

Meloni ha stretto la mano a Mohammed bin Salman, lo stesso principe ereditario saudita, accusato di aver ordinato, secondo l’Onu, l’assassinio di Jamal Khashoggi. Ha stretto accordi culturali con il Regno, affidando alla Triennale di Milano e al Parco Archeologico di Pompei la cooperazione in progetti museali e archeologici, mentre intanto si formalizzano contratti miliardari nell’energia e nella difesa. Un abbraccio che la stessa Meloni aveva condannato, quando accusava Renzi di vendersi ai sauditi per tenere conferenze. Ora la coerenza è sacrificata all’altare della geopolitica.

L’Italia, oggi, rafforza la sua posizione nel Golfo nonostante i moniti delle organizzazioni per i diritti umani. La politica estera del governo Meloni ha abbandonato ogni prudenza, scegliendo di affidarsi al pragmatismo. Un pragmatismo che tiene insieme i forum economici a Milano, le bombe che cadono su Sana’a e gli abbracci istituzionali ad Al-Ula.

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Sondaggi politici, continua la crisi del Pd: i dem in calo mentre Conte scavalca Schlein nella fiducia tra i leader

La crisi del Pd nei sondaggi continua. Il partito di Elly Schlein arranca anche nell’ultima settimana ed è quello che perde più consensi. Così anche la sua segretaria, nell’indice di gradimento personale, viene scavalcata ora dal presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ora primo per fiducia personale nell’opposizione.

L’ultimo sondaggio di Tecnè per l’agenzia Dire mostra come il Pd abbia perso 0,3 punti percentuali in sette giorni, attestandosi al di sotto del 22% e sul peggior risultato registrato nel 2025. Ora i dem sono a oltre otto punti di distanza da Fratelli d’Italia.

Sondaggi elettorali, il Pd in crisi

Fratelli d’Italia si conferma primo partito con il 30% dei consensi, aumentando il suo vantaggio sul Pd, ora in calo al 21,7%. Stabile al terzo posto il Movimento 5 Stelle, al 12%. La rilevazione di Tecnè sorride più di tanti altri sondaggi a Forza Italia, con un dato che si attesta all’11,5%. La Lega si trova poi all’8,3%, nettamente davanti ad Alleanza Verdi-Sinistra ora al 5,8%. Andando avanti, abbiamo Azione al 3,3%, Italia Viva al 2,2% e +Europa che registra un 1,7% di consensi.

La fiducia nei leader e nel governo

Per quanto riguarda la fiducia nei leader, la principale novità riguarda il terzo gradino del podio, con Conte che scavalca Schlein. Meloni è sempre in testa con il 46,4% di voti positivi, seguita da Antonio Tajani al 39,6%. Terzo posto, come detto, per Giuseppe Conte al 30,4%, seguito da Elly Schlein al 29,8%.

Matteo Salvini si attesta invece al 26,4% dei consensi, seguito da Emma Bonino al 20%, Carlo Calenda al 19,5% e la coppia Angelo Bonelli-Nicola Fratoianni, entrambi al 15,8%. A chiudere questa speciale graduatoria troviamo Matteo Renzi con solo il 14% di giudizi positivi.

Per quanto riguarda il governo, resta maggioritaria la fetta di italiani che non si fida dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Ha fiducia, infatti, il 42,5% degli intervistati, mentre non ha fiducia il 50%. Non si esprime, invece, il restante 7,5%.

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Cresce la tensione tra Cina e Filippine nel Mar cinese meridionale

Cresce la tensione tra Cina e Filippine nel delicato scenario del Mar cinese meridionale. L’ultima scintilla è scoppiata intorno all’atollo di Sandy Cay, dove cittadini filippini hanno piantato la bandiera di Manila, provocando la reazione immediata di Pechino.

Secondo quanto riportato dal South China Morning Post, la Guardia Costiera cinese ha dichiarato di aver “gestito” sei cittadini filippini che sarebbero “atterrati illegalmente” sul reef situato nelle Isole Spratly — conosciute in Cina come Isole Nansha. “Le azioni delle Filippine violano la sovranità territoriale della Cina”, ha affermato Liu Dejun, portavoce della Guardia Costiera cinese, aggiungendo che Pechino continuerà a svolgere “attività di protezione dei diritti e di applicazione della legge” nelle acque sotto la sua giurisdizione.

Cresce la tensione tra Cina e Filippine nel Mar cinese meridionale: “Rischio di escalation militare”

L’incidente arriva pochi giorni dopo un’altra operazione cinese sulla stessa area: secondo quanto riferito dalla CCTV, personale della Guardia Costiera di Pechino era sbarcato su Sandy Cay per piantare una bandiera cinese e ribadire la sovranità della Cina sull’atollo.

Manila, dal canto suo, respinge le accuse. Jay Tarriela, portavoce della Guardia Costiera filippina, ha affermato sui social media che il personale militare e delle forze dell’ordine delle Filippine ha condotto una “esercitazione di routine e legittima di consapevolezza e giurisdizione marittima” su Sandy Cay. Tarriela ha inoltre segnalato la presenza di almeno sette navi cinesi nell’area durante le operazioni filippine.

Sandy Cay — chiamato Tiexian Jiao in Cina — si conferma così come un nuovo focolaio nelle complesse dispute territoriali che da anni alimentano attriti tra Pechino e Manila nel Mar cinese meridionale, una zona strategica contesa anche da altre nazioni della regione.

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Trump cambia idea su Zelensky e avverte Putin

Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lancia un messaggio chiaro a Vladimir Putin: è ora di fermare i combattimenti e cercare un accordo di pace. Durante un incontro con la stampa al suo ritorno dagli Stati Uniti dopo una visita a Roma, l’ex presidente americano si è detto “molto deluso” dal leader del Cremlino, accusandolo di prolungare inutilmente il conflitto.

“Putin deve smettere di sparare e raggiungere un accordo,” ha affermato Trump, secondo quanto riportato dai media americani. L’ex presidente ha sottolineato che la guerra va avanti da troppo tempo e che la situazione rischia di degenerare ulteriormente senza un vero sforzo diplomatico.

Parlando del recente incontro avuto in Vaticano con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Trump ha rivelato che si è discusso anche della Crimea. Secondo il tycoon, Zelensky sarebbe disposto a trattare la cessione della penisola alla Russia nell’ambito di un possibile accordo di pace. “Credo di sì,” ha risposto Trump a chi gli chiedeva se il leader ucraino accetterebbe di “rinunciare” alla Crimea, territorio annesso da Mosca nel 2014.

Trump cambia idea su Zelensky e avverte Putin: “Sono molto deluso, deve fermare subito la guerra in Ucraina”

Nonostante gli appelli di Trump, da Mosca arriva una risposta netta. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha dichiarato che la Russia continuerà a colpire obiettivi militari in Ucraina, rigettando l’idea di un immediato cessate il fuoco. “Continueremo a colpire gli obiettivi utilizzati dall’esercito ucraino e da mercenari stranieri,” ha detto Lavrov, rispondendo a una domanda sulla richiesta di Trump a Putin di fermarsi.

Intanto, secondo Lavrov, l’Unione Europea e la NATO sostengono un cessate il fuoco solo se porterà a un rafforzamento dell’Ucraina, una posizione che, a suo dire, non sarebbe condivisa da Trump, il quale punta invece a una fine rapida delle ostilità.

Con queste nuove dichiarazioni, Trump sembra voler ribadire il suo ruolo di mediatore sulla scena internazionale, criticando apertamente Putin e suggerendo soluzioni che potrebbero rimettere in discussione gli equilibri geopolitici costruiti finora. Ma la strada verso la pace appare ancora lunga e piena di ostacoli.

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Parlamento, a metà legislatura siamo già a 59 cambi di casacca

Nel Parlamento italiano il trasformismo non è mai stato un vizio solitario. È una pratica di gruppo, quasi un rituale collettivo che si ripete di legislatura in legislatura. Si chiama cambio di gruppo, ma è molto di più: è la cartina di tornasole della stabilità politica, il segno del tempo che passa e delle convenienze che cambiano. Anche stavolta, a metà legislatura, il rito si è consumato. Ridotto nei numeri, certo, ma non cancellato.

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Caso Todde in Sardegna, per la Procura la decadenza della presidente è da revocare: chiesto l’annullamento del decreto del Collegio elettorale

La Procura di Cagliari ha chiesto l’annullamento del decreto del Collegio regionale di garanzia della Corte d’Appello per la parte relativa alla sanzione sulla decadenza della presidente della Regione, Alessandra Todde, e la ridefinizione in misura inferiore della sanzione di 40 mila euro.

La Procura dà ragione a Todde

La Procura, parte in causa nel procedimento apertosi davanti al Tribunale ordinario in quanto materia elettorale, era chiamata a esprimersi sul ricorso

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“Vince il buon senso, l’urgenza sul piano di riarmo non è giustificata”: parla l’europarlamentare M5S, Furore

La Commissione Affari Giuridici dell’Eurocamera si è espressa contro l’uso, voluto da Ursula von der Leyen, dell’art. 122 dei Trattati, che elude la consultazione del Parlamento europeo, per far approvare il suo piano di riarmo da 800 miliardi.
Mario Furore, europarlamentare M5S, ci spiega che succede?
“Ha vinto il buon senso e hanno perso Ursula von der Leyen e anche Giorgia Meloni che avevano utilizzato un codicillo del Trattato europeo per cercare di esautorare il

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Vertice Ursula-Trump a Roma, un vero incubo per Giorgia

Cogliere l’opportunità per allacciare i primi contatti semi-ufficiali con il nuovo-vecchio presidente degli Stati Uniti, tarpando le ali a tutte le velleità di protagonismo di una premier di un Paese in crisi, che intende (im)porsi come ago della bilancia tra Europa e Usa. È alla luce di queste considerazioni che si può comprendere la più che manifesta volontà della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di avere sabato a Roma un faccia a faccia con

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Segregazione & lavoro, il pregiudizio tiene in ostaggio le donne

In Italia le donne lavorano. Sempre di più, sempre negli stessi mestieri. La retorica dell’emancipazione passa spesso per le statistiche sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro, ma dietro ai numeri si nasconde un’altra realtà: quella della segregazione occupazionale, il recinto invisibile che tiene le donne confinate nei ruoli di cura, nei servizi e nelle professioni meno pagate. È la fotografia nitida che emerge dal recente rapporto CNEL-Istat, che smonta il…

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Sondaggi politici, gli italiani bocciano le destre: 6 su 10 non si fidano del governo Meloni

Gli italiani non si fidano di Giorgia Meloni e del suo governo. E questo si riflette, nei sondaggi, anche nelle intenzioni di voto, con Fratelli d’Italia che torna al di sotto del 30%. Ma, va detto, fatica pure l’opposizione, a partire dal Pd. Mentre risale il Movimento 5 Stelle.

L’ultima rilevazione di Ixé mette in evidenza diversi aspetti, a partire dal fatto che circa il 60% degli italiani non si fida di questo governo. Ma entriamo nel dettaglio e vediamo tutti i dati

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